ART

Art is a primary need. And my addiction...

Art has been my soul food from since I was a kid. I conjugated my two passions creating the Museum Addicted Community where I try to collect the best photos realized during your art experience. It's that kind of activity where the contest and the subject make it impossible to realize images for sale. Neverthless I try my best to spread my passions for both art and photohgrapy. The historical moment we are experiencing has cut off the spirit of art from the ecosystem of values of the human being. Society asks for pragmatic, obedient, efficient performers. Something happened to the relationship between art and human beings between the 9th and 20th centuries. For a long time, I too had the perception that the artist had distanced himself from his recipient, along introverted and introspective paths, normally unrelated to the sensitivity of those who should benefit from artistic production. Maybe some of it happened. But for a very good reason. If it is true that it is the painter who holds the brush in his hand, it was his contemporary society that moved his arm. Art is a breath, a vital breath of a much more complex organism. His society. The great churches of antiquity for the construction of which citizens taxed themselves, sank their walls on a collective will. Just as, later, the diffused habit of purchasing works of art for your place, has been the patronage, the spiritual incentive to produce new ideas. In our age we buy the works of dead artists! Once humanity has decided to flatten itself on the arid desert of the economy, the soul of the collective artistic organism gradually weakened, until it disappeared. The material poverty of our time feeds the body with rubbish, the ear with blasphemy and the soul with pornography. And the soul, without Art, is doomed.
Ho nutrito di Arte la mia anima sin da bambino. Ho coniugato le mie due passioni, Arte e fotografia, creando la "Museum Addicted Community", dove cerco di raccogliere la migliori foto che coniugano l'esperienza della visita con quella della fotografia. Il momento storico che stiamo vivendo ha tagliato fuori lo spirito dell'arte dall'ecosistema di valori dell'essere umano. La società vuole esecutori pragmatici, obbedienti, efficienti. Qualcosa è accaduto al rapporto tra l'arte e l'essere umano a cavallo tra il IX ed il XX secolo. Per molto tempo anche io ho avuto la percezione che l'artista si fosse allontanato dal suo destinatario, lungo percorsi introversi ed introspettivi, normalmente slegati dalla sensibilità di coloro che della produzione artistica dovrebbero beneficiare. Forse in parte è accaduto. Ma per un'ottima ragione. Se è vero che è il pittore che tiene in mano il pennello, è stata la sua società contemporanea a muoverne il braccio. L'Arte è un respiro, un'alito vitale di un organismo molto più complesso. La sua società. Le grandi chiese dell'antichità per la costruzione delle quali le cittadinanze si tassavano, affondavano le mura su di una volontà collettiva. Così come, in seguito, la diffusa abitudine di acquistare prodotti artistici per la propria dimora, ha rappresentato il mecenatismo, l'incentivo spirituale alla produzione di nuove idee. Nella nostra epoca si acquistano le opere degli artisti morti! Una volta che l'umanità ha deciso di appiattirsi sull'arido deserto dell'economia, l'anima dell'organismo artistico collettivo si è mano a mano affievolita, fino a scomparire. La povertà materiale del nostro tempo nutre di spazzatura il corpo, di bestemmia l'orecchio e di pornografia l'anima. E l'anima, senza Arte, è spacciata.

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